giovedì 12 agosto 2010

NGC 4696: un'ellittica peculiare


NGC4696 non è solo il meraviglioso soggetto al centro di questa immagine ottenuta con l?advanced Camera for Surveys del telescopio spaziale Hubble. Infatti, oltre a essere la galassia più massiccia dell'ammasso di galassie del Centauro, è anche una ellittica dalla morfologia decisamente peculiare. Fra le sue caratteristiche più evidenti che la distingue dalle ordinarie galassie ellittiche e ne determina la forma è una estesa (oltre 30mila anniluce) banda oscura formata da polveri e gas.

Credit: http://www.spacetelescope.org/

domenica 8 agosto 2010

Lo scontro fra le Antenne


Le osservazioni dei tre telescopi spaziali della NASA Hubble, Spitzer e Chandra, ciascuno operante in una particolare banda dello spettro elettromagnetico, hanno consentito di ottenere questa splendida immagine delle famose galassie Antenne, una coppia di galassie interagenti colte nell'atto di scontrarsi. Lo scontro fra galassie non è affatto un evento raro e, lungi dall'avere conseguenze distruttive, può innescare processi di intensa formazione stellare. Nel caso delle galassie Antenne, distanti circa 62 milioni di anni luce nella costellazione australe del Corvo, lo scontro è iniziato da circa 100 milioni di anni e dalla loro interazione stanno nascendo numerosissime nuove stelle visibili come aree particolarmente brillanti nell'immagine della NASA.

Credit: Chandra

lunedì 14 giugno 2010

CoRoT: ancora nuove scoperte


Continua a crescere il numero di pianeti extrasolari individuati dalla sonda CoRoT. Il satellite francese, progettato e costruito allo scopo di scoprire pianeti in orbita attorno ad altre stelle, tiene sotto stretta osservazione un gran numero di stelle così da induviduarne le pur piccole variazioni di luminostità prodotte dal transito sul loro disco di eventuali pianeti in orbita. Con tale metodo CoRoT è riuscito a individuare altri 6 oggetti planetari e una nana bruna in orbita attorno ad altrettante stelle.

Il comunicato stampa della notizia è disponibile qui (in inglese).

Credit: ESA

venerdì 4 giugno 2010

Il video di un impatto su Giove

Un evidente e brillante flash luminoso, dovuto probabilmente all'impatto di un oggetto asteroidale sugli strati superiori dell'atmosfera di Giove, è stato osservato da due esperti astrofili, l'australiano Anthony Wesley e il filippino Christopher Go. Il flash è durato pochi istanti ma è stato particolarmente evidente. Non è la prima volta che il gigante gassoso viene osservato mentre subisce l'impatto con corpi minori del Sistema Solare. Il più famoso impatto è quello del 1994 fra Giove e i frammenti formatesi dalla disgregazione del nucleo della cometa Shoemaker-Levy 9, mentre nel luglio dello scorso anno le conseguenze di un altro scontro con un oggetto probabilmente di natura asteroidale si resero evidenti sulla caratteristica atmosfera a bande del pianeta.

Credit: spaceweather.com

giovedì 3 giugno 2010

La Grande Nube di Magellano: una fantastica immagine


La Grande Nube di Magellano (LMC, Large Magellanic Cloud) è una della galassie satellite della Via Lattea. Data la sua vicinanza, circa 160mila anni luce, è un oggetto molto studiato perchè fornisce importanti indicazioni su numerosi processi quali la formazione e l'evoluzione stellare, la dinamica degli ammassi stellari, l'astronomia delle alte energie. La LMC è una galassia irregolare che contiene circa un decimo della massa della Via Lattea e ha dimensioni decisamente più piccole con un diametro di "soli" 14mila anni luce. In questa splendida immagine ottenuta componendo 4 immagini riprese col telescopio di 2,2 metri dell'ESO che opera dai bui cieli de La Silla in Cile sono visibili numerossimi oggetti che popolano il nostro vicino galattico. Il testo completo (in inglese) del comunicato stampa dell'ESO è scaricabile qui.
Credit: ESO

Il nuovo numero de L'ASTROFILO


Il numero di giugno della rivista L'ASTROFILO è disponibile on line per essere scaricato gratuitamente insieme alla settima uscita del fumetto scientifico. Giunta ormai al 19° numero, la rivista degli appassionati di astronomia è come sempre ricca di contenuti, appuntamenti, suggerimenti sia per chi è alle prime armi che per i più esperti. Da segnalare nel numero di giugno un interessante articolo sui rapporti fra la scienza e il mondo della comunicazione e in particolare su come la scienza viene spesso (mal)trattata dalla televisione. L'ASTROFILO è scaricabile gratuitamente dal sito della rivista.

venerdì 21 maggio 2010

Giove perde una fascia.


A causa di meccanismi non ancora ben chiari e attualmente allo studio da parte di vari team di ricercatori, una delle bande di nubi presenti nell'atmosfera di Giove è improvvisamente scomparsa. Le bande di nubi sono fra le formazioni più evidenti e note dell'atmosfera del pianeta gigante, visibili anhe in piccoli telescopi amatoriali. Per approfondire l'argomento si può leggere questo interessante articolo pubblicato sul sito della NASA.

lunedì 3 maggio 2010

On line il numero di maggio de "L'ASTROFILO"


Ricco come sempre di contenuti e splendide immagini, è disponibile on line il nuovo numero de "L'Astrofilo". Il numero di maggio, scaricabile dal sito della rivista, è accompagnato dalla sesta pubblicazione dei fumetti scientifici, dedicata questa volta al magnetismo terrestre. Giunto al 18° numero, L'Astrofilo si conferma sempre più come uno dei punti di riferimento per gli appassionati di astronomia, siano essi alle prime armi o già esperti. Particolarmente interessante in questo nuovo numero è l'articolo che ci introduce nell'affascinante ma ancora poco esplorato mondo della spettrografia amatoriale. Da sottolineare poi il meritato successo del sito della rivista e in particolare della sezione dedicata alle ultime notizie dal mondo della ricerca astronomica.

mercoledì 31 marzo 2010

L'ASTROILO - on line il nuovo numero


Puntuale come sempre, è disponibile on line il numero 17 de "L'ASTROFILO", la rivista telematica di informazione astronomica. Il nuovo numero è scaricabile gratuitamente insieme alla nuova uscita dei fumetti scientifici semplicemente registrandosi al sito della rivista. Ricco come sempre di contenuti, appuntamenti, suggerimenti per l'osservazione, il sito si segnala anche per la sezione delle news costantemente aggiornata tanto da farne una delle principali fonti di informazione astronomica in lingua italiana.

sabato 20 marzo 2010

CoRoT 9b: una pietra miliare nello studio dei pianeti extrasolari


Individuato con il metodo dei transiti dal satellite francese CoRoT nell'estate del 2008, presenta caratteristiche fisiche e orbitali che ne consentono lo studio come mai è stato possibile per gli oltre 400 pianeti extrasolari fino ad oggi individuati. CoRoTo 9b, questo è il suo nome, è un pianeta gassoso di taglia gioviana che ruota in 95 giorni attorno a una stella distante 1500 anni luce nella costellazione del Serpente, muovendosi lungo un'orbita di dimensioni confrontabili con quella di Mercurio. Il metodo dei transiti con il quale è stato individuato sfrutta il fortunato allineamento con Terra lungo la linea di osservazione che provoca un calo di luminosità della stella dovuto al transito del pianeta sul disco stellare. L'analisi del calo di luminosità combinata con l'indagine spettroscopica fornisce importanti e precise informazioni sul pianeta transitante, come il suo diametro, la massa, la densità, la composizione chimica. Nel caso di CoRoT 9b lo studio è facilitato dal fatto che il pianeta si trova sufficientemente lontano dalla stella da consentire un'analisi dettagliata delle sue caratteristiche chimico fisiche. Un importante studio in tal senso è stato condotto da un gruppo internazionale di astronomi che hanno utilizzato il telescopio di 3,6 metri gestito dall'ESO a La Silla in Cile. Grazie a questo strumento e alle osservazioni del satellite CoRoT, gli astronomi hanno potuto per esempio stimare la temperatura superficiale del pianeta che è risultata essere compresa tra i -20 e +160 °C, molto più "mite" di quella rovente che caratterizza i cosiddetti "giovi caldi", giganti gassosi che si muovono lungo orbite molto strette attorno alle loro stelle.

Credit: ESO

venerdì 5 marzo 2010

Una galassia solitaria


Generalmente le galassie non sono sole. A causa della mutua attrazione gravitazionale formano gruppi e ammassi composti da poche decine fino a centinaia di galassie. All'interno degli ammassi gli scontri e le fusioni fra galassie non sono affatto rari, con quelle di massa maggiore che attraggono, distorcono e poi inglobano quelle più piccole. La stessa Via Lattea mostra al suo interno o nelle immediate vicinanze ciò che resta di galassie più piccole divorate nel corso dei miliardi di anni della sua storia evolutiva. Il processo di fusione (merging) e accrescimento è uno dei principali fattori che determinano l'evoluzione delle galassie. Secondo alcuni modelli teorici, ad esempio, le galassie ellittiche giganti si formano a seguito delle fusioni di galassie a spirale. Infatti, il centro degli ammassi, lì dove la densità galattica è maggiore e più frequnti sono gli scontri, è spesso dominato da giganti ellittiche. Al contrario è raro trovare galassie isolate. C'è però riuscito il telescopio spaziale Hubble che ha ripreso la galassia ellittica gigante ESO 306-17 distante circa 500 milioni di anni luce. Nell'immagine la galassia appare circondata da numerose altre galassie che però si trovano a distanze maggiori e le sono solo prospetticamente vicine. Di fatto ESO 306-17 appare del tutto isolata nello spazio, immersa com'è in un mare di gas intergalattico. Immagini più dettagliate della galassia mostrano numerosi ammassi globulari che potrebbero essere ciò che resta delle galassie più piccole "cannibalizzate" da ESO 306-17 nel corso della sua storia.

Credit: NASA, ESA and Michael West (ESO)

sabato 27 febbraio 2010

On line il nuovo numero de "L'ASTROFILO"



Puntuale come sempre è scaricabile gratuitamente il numero di marzo de L'Astrofilo, la rivista telematica dedicata agli appassionati del cielo. Anche questo numero è ricco di preziose informazioni per gli astrofili, siano essi principianti che più esperti. Numerose poi le iniziative organizzate dalle associazioni amatoriali in tutta Italia. Insieme al numero 16 è scaricabile anche la quarta uscita dei fumetti scientifici dedicati ai più piccoli. Per scaricare i numeri è sufficiente collegarsi al sito della rivista.

giovedì 25 febbraio 2010

NGC 346, uno splendido ammasso



NGC 346 è uno splendido ammasso aperto formato da decine di giovani stelle la cui età è stimata in non più di qualche milione di anni. Si trova nella Piccola Nube di Magellano, una piccola galassia satellite della Via Lattea visibile anche a occhio nudo dai cieli australi. Distante circa 210mila anni luce e di dimensioni stimate in circa 200 anni luce, NCG 346 è restituita in tutta la sua straordinaria bellezza in questa immagine ottenuta dagli astronomi dell'ESO utilizzando la camera WFI (Wide Field Imager) con il telescopio di 2,2 metri che opera sotto i cieli di La Silla in Cile. Oltre alle numerose, giovani stelle sono anche visibili le strutture nebulari costituite dal gas nelle quali sono ancora in svolgimento i processi di formazione stellare. La caratteristica forma assunta dalla nube di gas è dovuta all'azione degli intensi venti stellari emessi dalle giovani stelle che scavano e modellano il gas in un processo in continua evoluzione man mano che nuove stelle iniziano il loro ciclo vitale.


Credit: ESO

venerdì 19 febbraio 2010

M31 e le supernovae Ia


Oltre a regalarci un'altra splendida vista di M31, la grande galassia di Andromeda distante circa 2,5 milioni di anni luce, l'immagine composita ottenuta sommando le osservazioni in banda X del telescopio spaziale Chandra, nell'infrarosso di Spitzer e nel visibile della Digitized Sky Survey sta aiutando gli astronomi a comprendere meglio i meccanismi che portano all'esplosione di un particolare tipo di supernovae, le supernovae Ia. Si tratta di stelle che rivestono una particolare importanza in ambito cosmologico, essendo utilizzate come candele standard per la misura delle distanze di galassie lontane. I modelli teorici prevedono che le supernovae di tipo Ia esplodono quando una nana bianca in un sistema binario stretto, strappando materia alla compagna, accresce la propria massa oltre il limite di 1,4 masse solari innescando così una distruttiva deflagrazione termonucleare. L'analisi dell'intensità dell'emissione X rilevata da Chandra al centro di M31 mette però in dubbio questo modello, favorendo invece un meccanismo innescato dalla fusione di due nane bianche in orbita stretta l'una attorno all'altra. Tale ipotesi pare per altro trovare un primo, parziale riscontro con le osservazioni condotte da Chandra e relative a altre cinque galassie a spirale.

Credit: X-ray (NASA/CXC/MPA/M.Gilfanov & A.Bogdan), Infrared (NASA/JPL-Caltech/SSC), Optical (DSS)


Nel video è mostrata un'animazione che mostra il meccanismo di fusione di due nane bianche che porta all'esplosione di una supernova di tipo Ia

venerdì 12 febbraio 2010

La nebulosa di Orione come mai vista prima




VISTA (Visible and Infrared Survey Telescope for Astronomy), il nuovo telescopio di 4,1 dell'ESO che opera sotto i bui cieli del Cile, ci mostra M42, la famosissima nebulosa di Orine, con un dettaglio mai visto in una serie di straordinarie immagini ottenute nell'infrarosso. VISTA è un telescopio progettato per mappare il cielo nella regione infrarossa dello spettro elettromagnetico. Pur essendo uno degli oggetti astronomici più conosciuti, fotografati e studiati del cielo, M42 si presenta nelle immagini ottenute da VISTA nella sua straordinaria bellezza mostrandoci altresì dettagli mai rilevati in precedenza. Situata nella costellazione di Orione a disegnarne parte della spada, M42 è una regione di formazione stallare la cui distanza è stimata in 1350 anni luce. Visibile anche a occhio nudo e magnifica se osservata al telescopio, i processi che in essa si svolgono possono però essere rilevati solo se osservati nell'infrarosso. A differenza della radiazione infrarossa, infatti, la luce emessa dalle giovani stelle neonate o ancora in formazione non riese a penetrare le dense nubi di gas e polveri dalle quali sono avvolte. Oltre alle quattro stelle che costituiscono il trapezio posto al centro di M42, Vista è riuscita così a osservare numerose giovani stelle annidate nel cuore della regione. Queste stelle emettono intensi getti di radiazione e materia espulsa a velocità fino a 700mila chilometri orari. Questi getti eccitano il gas circostante provocando l'emissione di radiazione pure rilevata nelle imagini di VISTA.










Credit: ESO