venerdì 5 marzo 2010

Una galassia solitaria


Generalmente le galassie non sono sole. A causa della mutua attrazione gravitazionale formano gruppi e ammassi composti da poche decine fino a centinaia di galassie. All'interno degli ammassi gli scontri e le fusioni fra galassie non sono affatto rari, con quelle di massa maggiore che attraggono, distorcono e poi inglobano quelle più piccole. La stessa Via Lattea mostra al suo interno o nelle immediate vicinanze ciò che resta di galassie più piccole divorate nel corso dei miliardi di anni della sua storia evolutiva. Il processo di fusione (merging) e accrescimento è uno dei principali fattori che determinano l'evoluzione delle galassie. Secondo alcuni modelli teorici, ad esempio, le galassie ellittiche giganti si formano a seguito delle fusioni di galassie a spirale. Infatti, il centro degli ammassi, lì dove la densità galattica è maggiore e più frequnti sono gli scontri, è spesso dominato da giganti ellittiche. Al contrario è raro trovare galassie isolate. C'è però riuscito il telescopio spaziale Hubble che ha ripreso la galassia ellittica gigante ESO 306-17 distante circa 500 milioni di anni luce. Nell'immagine la galassia appare circondata da numerose altre galassie che però si trovano a distanze maggiori e le sono solo prospetticamente vicine. Di fatto ESO 306-17 appare del tutto isolata nello spazio, immersa com'è in un mare di gas intergalattico. Immagini più dettagliate della galassia mostrano numerosi ammassi globulari che potrebbero essere ciò che resta delle galassie più piccole "cannibalizzate" da ESO 306-17 nel corso della sua storia.

Credit: NASA, ESA and Michael West (ESO)

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