mercoledì 6 gennaio 2010

I "semi" delle galassie


Ben 5 gruppi internazionali di astronomi hanno annunciato l'osservazione delle galassie più distanti mai individuate. Utilizzando la Wide Field Camera 3 (WFC3) installata sul telescopio spaziale Hubble durante l'ultima missione di servizio, gli astronomi hanno ottenuto le immagini di almeno 29 oggetti galattici di cui dodici con redshift pari a 6.3 e altre quattro con redshift superiore a 7. Ciò porta a stimare le loro distanze in circa 13 miliardi di anni luce, il che significa che queste galassie popolavano l'universo già 800 milioni di anni dopo la sua fromazione. Si tratta di giovani galassie blu di dimensioni inferiori a un decimo di quelle della Via Lattea e con masse non superiori a qualche per cento di quella della nostra galassia. "L'osservazione è stata possibile - afferma l'astronomo scozzese Ross McLure - grazie all'eccezionale sensibilità nell'infrarosso della WFC3". Oltra a stabilire il record di distanza per le galassie, la scoperta fornisce importanti informazioni sui processi di formazione ed evoluzione dell'universo primordiale. In particolare, la scoperta di galassie piccole ma già formate nell'universo distante segna un punto a favore del modello di accrescimento gerarchico delle galassie secondo il quale le grandi galassie che popolano l'universo locale si sono formate a seguito degli scontri e delle fusioni che hanno subito quelle più piccole. Inoltre, la presenza di galassie già 800 milioni di anni dopo il big bang significa che i processi di formazione stellare devono essere cominciati prima di quanto fino ad ora ritenuto. Infine, lo studio delle galassie individuate da Hubble permette di ricavare informazioni sui meccanismi che portarono alla reionizzazione dell'universo, un evento verificatosi tra 400 e 900 milioni di anni dopo il big bang quando l'energia liberata dalle prime stelle strappò elettroni all'idrogeno neutro che allora riempiva l'universo rendendolo trasparente alla radiazione.

Credit: NASA

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