lunedì 29 giugno 2009

Gusci di gas attorno a giovani galassie


Circa 2 miliardi di anni dopo il big bang, nell'universo erano presenti enormi bolle di gas, principalmente idrogeno, estese per centinaia di migliaia di anni luce e chiamate "Lyman - alpha blobs" a causa della particolare radiazione in cui sono visibili. Queste gigantesche bolle di gas, recentemente individuate grazie a osservazioni condotte sia dallo spazio che dalla Terra, traggono l'energia che le rende visibili dal riscaldamento del gas di cui sono costituite. Quale però l'origine del riscaldamento era fino a ora un mistero, così come poco chiaro era il ruolo giocato nei processi evolutivi del giovane universo che condussero alla formazione delle galassie e dei buchi neri ospitati nel loro nucleo. Le osservazioni condotte col telescopio spaziale Chandra nella regione X dello spettro elettromagnetico possono però contribuire a trovare le risposte cercate dagli astronomi. Chandra ha, infatti, osservato 29 di queste bolle scoprendo che l'energia necessaria a riscaldare il gas e renderlo visibile può essere prodotta da buchi neri in rapido accrescimento e da regioni di formazione stellare individuati al loro interno. Nell'immagine a fianco, composizione di riprese ottenute da vari telescopi, si può osservare in giallo una bolla di gas (telescopio Subaru), in bianco (HST) e in rosso (Spitzer) una galassia, mentre in blu le riprese di Chandra in banda X degli effetti del rapido accrescimento di materia di un buco nero. La situazione è anche artisticamente rappresentata nell'immagine a lato. Enormi quantità di energia vengono emesse lungo due getti dal disco di accrescimento che circonda il buco nero e, secondo i ricercatori, è proprio questa la fonte di energia in grado di riscaldare e far brillare la bolla di gas. I modelli teorici di formazione delle galassie prevedono che queste nascono dal collasso, sotto l'azione della gravità, del gas contenuto nelle bolle, collasso che prosegue fin quando l'energia sprigionata dall'accrescimento dei buchi neri e dai venti stellari emessi da giovani stelle in formazione non sono in grado di arrestarlo.

Credit: Left panel: X-ray (NASA/CXC/Durham Univ./D.Alexander et al.); Optical (NASA/ESA/STScI/IoA/S.Chapman et al.); Lyman-alpha Optical (NAOJ/Subaru/Tohoku Univ./T.Hayashino et al.); Infrared (NASA/JPL-Caltech/Durham Univ./J.Geach et al.); Right, Illustration: NASA/CXC/M.Weiss

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