Le condizione che le stelle e il gas sperimentano in prossimità del centro galattico, lì dove risiede un buco nero supermassiccio di almeno 4 milioni di masse solari, non sono propriamente piacevoli. L'intensa attrazione gravitazionale esercitata dal buco nero attira immense quantità di materia verso un viaggio senza ritorno, mentre le stelle che vi si avvicinano troppo vengono distorte e smembrate priva di venire inghiottite. Eppure, già da qualche tempo è noto che in un ambiente così estremo si può assistere ai processi di formazione stellare che conducono alla nascita di nuove e luminose stelle. Gli astronomi erano però convinti che, proprio a causa delle particolari condizioni ambientali e sotto l'azione della gravità che in qualche modo interferisce con i meccanismi che conducono alla contrazione del gas interstellare e alla formazione di una nuova stella, gli ammassi neonati potessero avere caratteristiche diverse da quelle che si osservano negli ammassi situati a distanza di sicurezza in regioni più remote della Galassia. Ma osservando dai cieli del Cile con il Very Large Telescope dell'ESO l'Ammasso del Sagittario, un giovanissimo ammasso posto proprio in prossimità del buco nero centrale della Via Lattea, gli astronomi si sono accorti che il rapporto fra il numero di stelle massicce e quello di stelle di massa più piccola è del tutto simile a quello degli ammassi "normali". Di fatto, le condizioni ambientali davvero estreme paiono non influenzare i meccanismi di formazione stellare. L'Ammasso del Sagittario dista circa 25mila anni luce, ed è composto da circa un migliaio di stelle di età non superiore ai 2,5 milioni di anni. Le dimensioni dell'ammasso sono di circa 3 anni luce e la sua massa è di circa 30mila masse solari.
Credit: ESO/P. Espinoza
Nessun commento:
Posta un commento