Cosa ci fanno dei ricercatori della NASA con i martelli fra le mani a spaccare rocce? La strana attività fa parte di un programma di ricerca, condotto dal Marshall Space Flight Center e dalla US Geological Survey, che tende a ricreare sulla Terra le condizioni che verosimilmente troveranno le programmate missioni sulla Luna. In particolare, nei pressi della miniera di Stillwater in Montana, i ricercatori stanno recuperando tonnellate di rocce che vengono prima ridotte in pezzi più piccoli per essere successivamente sbriciolate fino a ridurle in granelli di polvere del tutto simile alla regolite che ricopre la superficie del nostro satellite. In questo modo è possibile non solo riprodurre fedelmente le condizioni che gli astronauti troveranno quando faranno ritorno, nel prossimo futuro, sulla Luna, ma si riesce anche a valutare le possibili utilizzazioni pratiche, ad esempio come materiale da costruzione, della polvere lunare. Un altro possibile uso delle rocce presenti sulla superficie lunare è l’estrazione di ossigeno da utilizzare non solo per far respirare gli astronauti, ma anche, insieme all’idrogeno pure presente sulla Luna nei ghiacci verosimilmente presenti nei pressi delle regioni polari, come combustibile e per la produzione di acqua. Insomma, il futuro delle prossime missioni lunari inizia anche in una miniera con i ricercatori impegnati a spaccare pietre!
Credit: NASA
giovedì 8 gennaio 2009
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