sabato 29 novembre 2008
Il cielo del Cile
giovedì 27 novembre 2008
Che spettacolo!
Credit: corriere.it
mercoledì 26 novembre 2008
I colori delle galassie
Credit: Hubble Space Telescope/COMBO-17 survey/Marco Barden, Christian Wolf, Meghan Gray (STAGES) & Sloan Digital Sky Survey (Galaxy Zoo).
Le regioni densamente popolate da galassie come quella dell'ammasso Abell 901/902 possono rappresentare un laboratorio ideale dove studiare l'evoluzione galattica e le relazioni fra morfologia e ambiente circostante.
Credit: STAGES/COMBO-17/HST
lunedì 24 novembre 2008
L'antico tsunami di New York
La scuola che va in pezzi
Foto: Ansa
venerdì 21 novembre 2008
Ancora un'immagine di un pianeta extrasolare.
Temporale a Genova
giovedì 20 novembre 2008
Piccola ma molto attiva
M84: una galassia in una bolla di gas
mercoledì 19 novembre 2008
Renato Dulbecco e la "fuga dei cervelli"
da repubblica.it
Sulla fuga dei cervelli è il momento di cambiare
di Renato Dulbecco
HO LASCIATO il mio Paese nel 1947, a soli 33 anni, per gli Stati Uniti, per poter sviluppare le ricerche scientifiche che mi hanno fatto meritare il Premio Nobel per la Medicina, molti anni dopo, nel '75. Oggi mi fa male vedere che, dopo oltre 60 anni, la situazione di crisi della ricerca scientifica in Italia non è cambiata, anzi. Lo dimostrano i più di mille ricercatori italiani sparsi per il mondo che hanno già riposto all'appello di questo giornale e che hanno dovuto, come me, lasciare il Paese per dedicarsi alla scienza.
Il mio rammarico non è una questione di nazionalismo: la scienza per sua natura ignora il concetto di Patria, perché è e deve rimanere universale. Anzi, penso sia importante per uno scienziato formarsi all'estero e studiare in una comunità internazionale. Tuttavia dovrebbe anche poter scegliere dove sviluppare le sue idee e i frutti del suo studio, senza dover escludere del tutto il Paese dove è nato.
Ciò che mi dispiace profondamente è toccare con mano l'immobilismo di un'Italia che sembra non curarsi della ricerca scientifica, esattamente come nel dopoguerra. Come se più di mezzo secolo di esplosione del progresso scientifico fosse passato invano. Chi vuole fare ricerca se ne va, oggi come ieri, per gli stessi motivi. Perché non c'è sbocco di carriere, perché non ci sono stipendi adeguati, né ci sono fondi per ricerche e le porte degli (ottimi) centri di ricerca sono sbarrate perché manca, oltre ai finanziamenti, l'organizzazione per accogliere nuovi gruppi e sviluppare nuove idee. Perché non esiste in Italia la cultura della scienza, intesa come tendenza all'innovazione che qui, negli Stati Uniti, è privilegiata in ogni senso ed è il motore del cambiamento.
Ciò che è cambiato concretamente, rispetto ai miei tempi, è che la ricerca scientifica, spinta dalla conoscenza genomica che è stata al centro del miei studi e oggi rappresenta il futuro, richiede molti più investimenti in denaro e persone rispetto a 60 anni fa. Si allungano così le distanze fra Paesi che investono e quelli che non lo fanno. L'Italia rischia, molto più che negli anni Cinquanta, di rimanere esclusa definitivamente dal gruppo di Paesi che concorrono al progresso scientifico e civile. Io sono uno scienziato e non ho la ricetta per salvare la ricerca italiana, ma proprio come "emigrato della ricerca " posso dire che i modelli ci sono, anche vicini ai nostri confini, senza guardare agli Stati Uniti, che sicuramente hanno una cultura e una storia molto diversa dalla nostra. Basterebbe iniziare a riflettere dal dato più semplice. Un Paese che investe lo 0,9% del proprio prodotto interno lordo in ricerca, contro la media del 2% degli altri, non può essere scientificamente competitivo né attirare a sé o trattenere i suoi ricercatori migliori.
L'attività del buco nero
domenica 16 novembre 2008
Ecco la prima immagine di un intero sistema planetario
venerdì 14 novembre 2008
Doppi servizi
La prima immagine di un pianeta extrasolare
martedì 11 novembre 2008
Dove nascono le stelle
Scontro fra ammassi
Credit: X-ray: NASA/CXC/CfA/M.Markevitch et al.; Optical: NASA/STScI; Magellan/U.Arizona/D.Clowe et al.
venerdì 7 novembre 2008
Il planetario al Liceo "Garofano" di Capua
Ecco il testo del comunicato stampa:
COMUNICATO STAMPA
“Il planetario in classe”:
un viaggio nel cosmo per gli alunni del Liceo Scientifico “Garofano” di Capua
Un fantastico viaggio attraverso stelle, pianeti, costellazioni e la Via Lattea. È quello che potranno vivere gli alunni delle classi quinte del Liceo Scientifico “Garofano” di Capua il prossimo 10 novembre grazie al planetario digitale che sarà installato direttamente presso la scuola.
“Il planetario è un eccezionale strumento per la didattica dell’astronomia. – afferma Giuseppe Munno, responsabile scientifico di “cielisereni.it”, che opera esclusivamente nell’ambito della divulgazione e della didattica dell’astronomia e che ha organizzato gli incontri in collaborazione con gli insegnanti – Con esso è possibile mostrare il cielo come lo si vedrebbe lontano dal disturbo delle luci cittadine che ormai, di fatto, impediscono la visione delle stelle dai centri urbani.” Il planetario di “cielisereni.it” è uno dei più tecnologicamente avanzati d’Italia. È in grado di riprodurre le posizioni di stelle e pianeti in qualsiasi momento del passato, del presente e del futuro e anche di mostrare il cielo come si vedrebbe da qualsiasi punto della Terra e perfino da altri pianeti del sistema solare. Inoltre, immagini e video spettacolari mostreranno in tutto la loro bellezza i più famosi oggetti celesti.
Le proiezioni si svolgono in una grande cupola gonfiabile di ben 6 metri di diametro all’interno della quale trovano comodamente posto fino a 30 studenti e i loro insegnanti. Il tutto, grazie al laboratorio mobile, portato direttamente presso le scuole che non dovranno così più preoccuparsi di raggiungere i tradizionali planetari fissi con conseguente notevole risparmio sia in termini di costi non dovendosi più prevedere le spese di trasporto, sia in termini di migliore utilizzo del tempo disponibile per la didattica perché al termine delle proiezioni gli studenti possono tornare in classe e proseguire come da orario.
“Il nostro obiettivo è di suscitare emozioni, meraviglia, passione – afferma Giuseppe Munno – Vogliamo far comprendere l’importanza dello studio dell’universo non solo per il progresso dell’uomo ma anche per costruire un mondo migliore che, come il cielo, non conosca barriere né confini.”
L’iniziativa è stata resa possibile grazie all’impegno preside prof. Di Cicco e degli insegnanti Paola Gravante e Pasquale della Valle. Si tratta della prima iniziativa di questo genere a Capua e il Liceo Scientifico vuole essere da guida per tutte le altre scuole che operano sul territorio comunale.
Il planetario e gli altri strumenti di “cielisereni.it”, che comprendono telescopi, strumenti per la ripresa, binocoli, video, laboratori, sono disponibili per replicare l’iniziativa in tutte le altre scuole. È sufficiente contattare “cielisereni.it” visitando il sito web dove potranno essere richieste tutte le informazioni e prenotare i servizi.
La ricerca in Italia - lettera al presidente Napolitano
Di seguito il testo dell'appello:
Alla cortese attenzione delPresidente della Repubblica Italiana
Padova, 5 novembre 2008
Illustre Signor Presidente, siamo una delegazione di studenti, dottorandi, ricercatori, docenti e personale tecnico del Dipartimento di Astronomia dell'Università di Padova, ma potremmo appartenere a qualunque dipartimento, facoltà, Università d'Italia. Le rivolgiamo un appello accorato affinché, con la Sua autorità al di sopra delle parti e con il Suo prestigio, Ella ci aiuti a sensibilizzare l'opinione pubblica e il Governo sulla necessità di far riacquistare ad istruzione e ricerca un ruolo centrale nella prospettiva di sviluppo del nostro Paese. Vorremmo che le istanze promosse in queste settimane da tutte le componenti di Scuola e Università (studenti, ricercatori, docenti, personale tecnico) trovassero adeguata risonanza nelle sedi opportune, riparando alle difficoltà finora riscontrate nel dialogo con gli organi competenti. In una situazione già precaria, i nuovi tagli ai finanziamenti previsti dalla Legge n.133 costituiscono un ulteriore ostacolo allo svolgimento di ricerca di avanguardia e alla garanzia di adeguata offerta didattica nell'Università. Ma forse ancora più insidiose, nelle loro potenziali conseguenze, sono la prospettiva di una drastica riduzione del ricambio del personale e delle nuove assunzioni, e la possibile trasformazione delle Università in Fondazioni. Di fatto, i giovani vedranno ridotta praticamente a zero la possibilità di inserimento nella ricerca italiana, e ciò porterà a breve termine ad un grave impoverimento del patrimonio culturale. Inoltre, nell'attuale contesto del nostro Paese, la privatizzazione dell'Università può costituire un pericolo per la libertà di ricerca e di insegnamento garantiti fino ad ora, privilegiando le scienze applicate rispetto a quelle di base, e aprendo la strada a un possibile condizionamento dell'istruzione. Infine, tale privatizzazione renderebbe ancor più oneroso per le famiglie italiane l'accessoall'istruzione superiore. Siamo consapevoli che i problemi dell'Università italiana sono numerosi e complessi, ma non è con drastici tagli ai finanziamenti che questi possono essere risolti. È invece necessario un profondo riordinamento in senso meritocratico dell'intero sistema universitario, all'interno di un progetto di riforma costruito insieme ed insieme condiviso. Nello spirito della nostra Costituzione, che garantisce a tutti il diritto allo studio e promuove la ricerca, Le porgiamo i nostri più rispettosi saluti, pregandoLa di far sentire la Sua autorevole voce.