venerdì 7 novembre 2008

La ricerca in Italia - lettera al presidente Napolitano

Un dottorando, un professore, una studentessa, una ricercatrice e un'impiegata del Dipartimento di Astronomia dell'Università di Padova. Viene da loro l'appello, consegnato sotto forma di lettera aperta al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per salvare e rilanciare la ricerca scientifica in Italia. I tagli alla ricerca rischiano di compromettere definitivamente la capacità e il ruolo della ricerca italiana già costretta a operare in un contesto di grande difficoltà economica e organizzativa. Tagliare gli sprechi non può significare tagliare i fondi.
Di seguito il testo dell'appello:


Alla cortese attenzione delPresidente della Repubblica Italiana
Padova, 5 novembre 2008

Illustre Signor Presidente, siamo una delegazione di studenti, dottorandi, ricercatori, docenti e personale tecnico del Dipartimento di Astronomia dell'Università di Padova, ma potremmo appartenere a qualunque dipartimento, facoltà, Università d'Italia. Le rivolgiamo un appello accorato affinché, con la Sua autorità al di sopra delle parti e con il Suo prestigio, Ella ci aiuti a sensibilizzare l'opinione pubblica e il Governo sulla necessità di far riacquistare ad istruzione e ricerca un ruolo centrale nella prospettiva di sviluppo del nostro Paese. Vorremmo che le istanze promosse in queste settimane da tutte le componenti di Scuola e Università (studenti, ricercatori, docenti, personale tecnico) trovassero adeguata risonanza nelle sedi opportune, riparando alle difficoltà finora riscontrate nel dialogo con gli organi competenti. In una situazione già precaria, i nuovi tagli ai finanziamenti previsti dalla Legge n.133 costituiscono un ulteriore ostacolo allo svolgimento di ricerca di avanguardia e alla garanzia di adeguata offerta didattica nell'Università. Ma forse ancora più insidiose, nelle loro potenziali conseguenze, sono la prospettiva di una drastica riduzione del ricambio del personale e delle nuove assunzioni, e la possibile trasformazione delle Università in Fondazioni. Di fatto, i giovani vedranno ridotta praticamente a zero la possibilità di inserimento nella ricerca italiana, e ciò porterà a breve termine ad un grave impoverimento del patrimonio culturale. Inoltre, nell'attuale contesto del nostro Paese, la privatizzazione dell'Università può costituire un pericolo per la libertà di ricerca e di insegnamento garantiti fino ad ora, privilegiando le scienze applicate rispetto a quelle di base, e aprendo la strada a un possibile condizionamento dell'istruzione. Infine, tale privatizzazione renderebbe ancor più oneroso per le famiglie italiane l'accessoall'istruzione superiore. Siamo consapevoli che i problemi dell'Università italiana sono numerosi e complessi, ma non è con drastici tagli ai finanziamenti che questi possono essere risolti. È invece necessario un profondo riordinamento in senso meritocratico dell'intero sistema universitario, all'interno di un progetto di riforma costruito insieme ed insieme condiviso. Nello spirito della nostra Costituzione, che garantisce a tutti il diritto allo studio e promuove la ricerca, Le porgiamo i nostri più rispettosi saluti, pregandoLa di far sentire la Sua autorevole voce.

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