lunedì 16 febbraio 2009

Una "marmellata" di giovani stelle

Il giovane universo di qualche miliardo di anni dopo il big bang era popolato da piccole e compatte galassie che gli astronomi indicano con la sigla UCD, dall'inglese ultracompact dwarf galaxies. Le galassie UCD sono probabilmente nuclei di galassie ellittiche che hanno perso grandi quantità di stelle e gas a seguito delle frequenti collisioni che si verificavano nell'universo primordiale. Tipicamente una UCD ha dimensioni di un centinaio di anni luce e possono contenere fino a 100 milioni di stelle. Si è in presenza perciò di un gran numero di stelle compattate in un volume di dimensioni ridotte. Un ipotetico pianeta in orbita attorno a una stella di una UCD avrebbe il cielo notturno luminoso quanto quello diurno sulla Terra. La natura dell UCD non è ancora ben compresa ed è oggetto di numerosi studi recentemente pubblicati. Osservate per la prima volta nel 1999, pare abbiano un contenuto di materia che eccede di gran lunga quello deducibile dall'osservazione delle stelle che le popolano. Per questo motivo gli astronomi ritengono che le UCD possano avere un elevato contenuto di materia oscura. Una spiegazione alternativa per la massa mancante è quella che attribuisce all'alta densità della popolazione stellare il verificarsi di frequenti collisioni fra stelle che, aumentando la loro massa, erano così costrette a consumare in breve tempo le loro riserve di idrogeno e finire la loro esistenza con l'esposione di supernovae. Le stelle di neutroni e i buchi neri che si originavano potrebbero dar conto della massa non osservata.
Nell'immagine a fiancoè indicata la posizione di due galassie UCD.

Credit: Michael Hiker (Bonn University)/Michael Drinkwater (University of Queensland).

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