Guardare sempre più lontano e sempre più indietro nel tempo. La necessità di testare i modelli sulla nascita e l'evoluzione del cosmo richiede strumenti per l'osservazione sempre più grandi, in grado di raccogliere anche il più debole segnale luminoso emesso dalle galassie che popolavano l'universo oltre 12 miliardi di anni fa. I più grandi telescopi al mondo hanno specchi di 10 metri, mentre i 4 occhi di 8,4 metri che compongono il VLT dell'ESO rappresentano il più sensibile strumento a disposizione per le osservazioni. Ma ormai anche questi grandi telescopi non sono più sufficienti. Per questo motivo, un consorzio europeo di cui fa parte anche l'Italia ha avviato la fase progettuale che porterà alla realizzazione del EELT (Extremely large telescope) che, con un diametro di 42 metri, sarà un vero e proprio gigante di dimensioni paragonabili a mezzo campo di calcio. Quando sarà operativo, dopo aver superato tutta una serie di sfide di natura tecnologica, scientifica ed economica, l'EELT consentirà non solo di esplorare l'universo subito dopo la sua nascita ma anche di osservare direttamente pianeti di taglia terrestre, lì dove potrebbe essere ospitata la vita. Il progetto dell'EELT è stato presentato nei giorni scorsi a Venezia. A fianco è possibile scricare e vedere un servizio in onda sulla terza rete RAI.
venerdì 12 dicembre 2008
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