Credit: ESO/F. Courbin et al.
mercoledì 24 dicembre 2008
Miraggio cosmico
Previsto dalla teoria della relatività, l'effetto lente gravitazionale si dimostra sempre più uno dei più potenti strumenti a disposizione degli astronomi per scrutare l'universo fino ai suoi più remoti confini. L'effetto lente si produce quando la radiazione luminosa emessa da una sorgente lontana viene deviata dal campo gravitazionale di un oggetto massiccio interposto lungo al linea di vista. Quello che ne risulta sono immagini multiple, distorte e amplificate della sorgente. In particolari condizioni di allineamento fra sorgente, oggetto lente e osservatore si produce (vedi immagine) la cosiddetta croce di Einstein. L'effetto lente gravitazionale, amplificando la radiazione della sorgente così come fanno le lenti dei nostri telescopi, consente agli astronomi di rilevare oggetti estremamente remoti e, perciò, talmente deboli da non essere altrimenti osservabili. Grazie all'effetto lente è possibile così osservare galassie distanti 10 miliardi di anni luce e oltre, e perfino, come hanno fatto recentemente astronomi dell'ESO, scrutare le regioni immediatamente circostanti il buco nero centrale di una di queste galassie.
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