I ricercatori della NASA sono impegnati ad analizzare la gran quantità di dati che la sonda Messenger ha raccolto durante il fly by con Mercurio avvenuto lo scorso 6 ottobre. Progettata e realizzata con il preciso scopo di osservare e studiare da vicino il più interno fra i pianeti del sistema solare, la sonda aveva già incontrato Mercurio nel gennaio 2008. Erano ormai trascorsi più di 30 anni da quando l'ultima sonda americana si era avvicinata al pianeta e molto restava ancora da scoprire. E in effetti i risultati e le sorprese non sono mancate. Intanto, Messenger ha quasi completato la mappatura della superficie del pianeta. Mercurio appare ricoperto di crateri, alcuni molto antichi risalenti alle prime fasi evolutive del sistema solare quando i pianeti, non ancora completamente formati, erano sottoposti a un intenso bombardamento meteoritico. E' il caso del cratere Rembrandt, scoperto proprio dalla sonda durante l'ultimo passaggio. Ampio 690 chilometri, la sua età è stimata, grazie al conteggio del numero e delle dimensioni dei più piccoli crateri di impatto contenuti al suo interno, in circa 3,9 miliardi di anni. Non meno sorprendente appare l'intesa interazione fra il campo magnetico del pianeta con il vento solare. Nel giro dei pochi mesi che separano i due fly by del 2008, Messanger ha misurato profondi cambiamenti nella magnetosfera del pianeta, attribuibili a fenomeni di interazione con il vento solare. Messenger è attesa da un terzo e ultimo fly by il prossimo 29 settembre. Dopodichè, a partire da marzo del 2011 la sonda entrerà in orbita stabile attorno a Mercurio completando e approfondendo le osservazioni per svelare gli ancora numerosi misteri del pianeta.
Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Smithsonian Institution/Carnegie Institution of Washington
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