Le nane brune sono considerate come stelle mancate: la loro massa è, infatti, cosi piccola, generalmente qualche decina di volte la massa di Giove, da non consentire l'innesco nel loro nucleo delle reazioni di fusione nucleare. Come le stelle, e a differenza dei pianeti che si formano per aggregazione e accrescimento di particelle più piccole dette planetesimi, le nane brune nascono per contrazione all'interno di vaste nubi di gas. Si tratta di corpi piccoli e molto freddi, qualche centinaio di gradi centigradi, e per questo difficilmente osservabili. Possono essere studiate solo nella regione infrarossa dello spettro elettromagnetico. Fino ad oggi, inoltre, risultava difficile elaborare dei modelli evolutivi poichè era di fatto quasi impossibile riuscire a determinarne con sufficiente grado di accuratezza l'età. Finalmente però un recente studio di un gruppo di astronomi britannici ha forse individuato quella che può considerarsi come la "stele di Rosetta" per le nane brune. Gli astronomi hanno infatti scoperto un sistema binario costituito da due oggetti: una nana rossa, una stella di piccola massa appartenente alla tipologia di stelle più comune nell'universo e di cui ben si conoscono proprietà e ciclo evolutivo, e da una nana bruna di massa compresa fra 20 e 30 masse gioviane in obita attorno alla compagna a una distanza di circa 440 unità astronomiche (la distanza tra Sole e Terra). Il sistema binario, noto con la sigla Wolf 940, dista 40 anni luce. La nana bruna compie un'orbita completa attorno alla compagna rossa in circa 18mila anni. Essere riusciti a scoprire una nana bruna all'interno di un sistema binario consente agli astronomi di avere finalmente una dato certo circa la sua età, che non può essere diversa da quella della nana rossa, facilmente determinabile in base ai ben noti modelli di evoluzione stellare. Questo contribuisce in maniera determinante alla possibilità di elaborare modelli teorici per le nane brune, stelle mancate che però hanno un ruolo determinante nell'evoluzione stellare e galattica.
Credit: UKIRT
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