venerdì 3 aprile 2009

Nel cuore di Orione

Dopo aver dominato il cielo invernale, la costellazione di Orione si avvia lentamente verso tramonti sempre più anticipati. Orione è fra le costellazioni più note del cielo non solo per via della sua inconfondibile sagoma, delineata da stelle molto luminose, ma anche perchè contiene uno degli oggetti fra i più osservati: M42, la grande nebulosa. Si tratta di una regione di intensa formazione stellare. Nei gas che la compongono stanno nascendo numerose stelle. M42 è individuabile già a occhio nudo subito sotto le tre stelle che tracciano la cintura del cacciatore e osservata al binocolo o al telescopio offre uno spettacole davvero eccezionale. Ma oltre a essere un stupendo oggetto del cielo profondo, la nebulosa di Orione rappresenta un vero e proprio laboratorio dove i ricercatori possono testare i modelli teorici che descrivono la formazione e i primi stadi evolutivi delle stelle. Per questo motivo M42 viene attentamente studiata da gruppi di ricerca in tutto il mondo. Recentemente, astronomi tedeschi del Max Planck Institute for Radio Astronomy ha utilizzato il Very Large Telescope dell'Eso che opera sotto i cieli bui del Cile per ottenere la più dettagliata immagine di due giovanissime stelle appena formatesi all'interno della nebulosa. Si tratta delle due componenti di Theta 1 Ori C, due stelle legate gravitazionalemente fra loro a formare un sistema binario. I dati ottenuti in oltre 12 anni di osservazioni hanno permesso di accertare che le due stelle si muovono lungo orbite particolarmente eccentriche con periodo di 11 anni. Le loro masse sono notevoli: la più grande "pesa" 38 volte il nostro Sole mentre la più piccola si ferma a sole 9 masse solari. La notevole massa ne segna irreversibilmente il destino: come tutte le giganti, anche queste stelle sono destinate a vivere una breve vita, nell'ordine di qualche decina di milioni di anni, e a terminare la loro esistenza esplodendo come supernovae in un lampo accecante.
Credit: MPIfR (sTEFAN kRAUS), VLT/ISAAC (ESO) E HST (NASA, Chris O'Dell)

Nessun commento: